Momentos Sentimentais da poetisa Maria Rocha

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martedì 18 agosto 2015

Processo per stupro 1978

Inizio questo post con alcuni accenni  sulla violenza sessuale nella società italiana dal 1930 in poi…
        Il codice Rocco (1930) classificava i reati di violenza sessuale tra i "delitti contro la moralità pubblica e il buon costume" e non contro la persona. L’articolo (art. 544, abrogato solo nel 1981) il matrimonio riparatore,  estingueva il reato nel caso lo stupratore sposasse la vittima anche se questa fosse una minorenne. Com’è possibile una cosa del genere? Prima la sequestra e poi “la violenta” a vita; violenze più che accettate con il “matrimonio riparatore”. La prima donna che non accettò questa assurdità fu Viola Franca, nel 1965.
         La violenza sessuale viene  classificata per quello che è veramente: un crimine contro la persona, non nel '500, ma alla fine degli anni novanta del secolo scorso (1996), per quanto assurdo possa sembrare…
        E’ la prima volta che assisto ad un processo per stupro (processo per stupro 1979) e devo dire che mi son sentita indignata durante tutto il filmato. Confesso che ho continuato a guardarlo perché volevo conoscere la sentenza finale che mi ha deluso e, soprattutto, per scrivere questo post.     Anzitutto, come donna mi sento orgogliosa di aver avuto delle degne rappresentanti: prima la figura della grande avvocatessa e soprattutto grande Donna  che è stata Tina Lagostena Bassi e poi di Fiorella, una giovane ragazza, appena diciottenne, che ebbe il coraggio di denunciare i suoi stupratori. Nemmeno per un momento ella pensò di accettare quel milione di lire che, il giorno dopo lo stupro, le era stato offerto. Lei, che guadagnava 70 mila lira al mese, dunque una ragazza povera, dimostrò tutta la sua dignità nell’avere rifiutato quella cifra e, successivamente, nemmeno la “mazzetta” degli avvocati che deposero in aula due milioni di lire. Poiché, come diceva Lagostena Bassi, “la violenza che subisce una donna non può essere pagata con una mazzetta.
       
        Mi hanno colpito molto le insinuazioni della madre di uno degli accusati, che giustificava il comportamento di suo figlio: “Non ha ammazzato questa ragazza,  ci si è andato a divertire, certo che piaceva pure a lei divertirsi” (pessima madre, poiché lei come donna soprattutto e non solo, non avrebbe dovuto giustificare tale crimine!)
Avvocati degli accusati: “Vengono offerte lire due milioni a titolo di risarcimento di danni”. “E’ una offerta seria, concreta”.
Avvocatessa della vittima : “Il sistema della mazzetta buttata lì ha fatto scuola. La parte civile chiederà 1 lira simbolica, perché il danno subito da una ragazza violentata è incommensurabile e non si può risarcire.”
        Si inizia il processo umiliando questa ragazza. L’avvocato della difesa, affermò che si trattava di una proposta seria, come se i soldi (e, peggio ancora, quella miseria) offerti,  potessero risarcire un danno così profondo, come uno stupro, violenza di gruppo per di più!
        Gli avvocati della difesa ebbero pure la sfacciataggine di considerare come insulto il rifiuto alla loro offerta, come se  con i soldi si potesse risolvere qualsiasi tipo problema, eliminare qualsiasi tipo di crimine. Dove la donna, Fiorella, veniva considerata come un oggetto rotto che con un po’ di soldi si compra una colla e lo si aggiusta!
        La ragazza fu violentata non solo dai quattro “malvagi” (perché un uomo vero non si comporta come quegli individui) ma anche dai lori avvocati e purtroppo la giustizia venne a meno. Lei  subì la violenza due volte, tuttavia per i giudici non è sempre facile decidere visto che, come prove, hanno spesso  solo la parola della vittima. Come nel caso di Fiorella, che non oppose resistenza e fece bene (infatti non aveva dei segni “di lotta” sul corpo), poiché avrebbe rischiato la vita: erano quattro uomini contro una donna!
        Fiorella fu umiliata, in questo processo la vera imputata era la vittima, ma il suo avvocato dovette invece difendere la propria cliente delle accuse maschiliste che la incriminavano come se lei fosse colpevole di quello che le era accaduto. Una vittima nelle mani di “uomini” che avevano l’età per essere suo padre.
        Le hanno dato della prostituta, ed anche di peggio. Ma anche se fosse stata una prostituta, cosa che non era, ciò non giustifica la brutalità usata nei suoi confronti. Perché la violenza sessuale ad una prostituta o ad una suora è sempre una violenza ad una donna; se la donna non lo vuole, nessuno la può costringere, tanto meno violentarla. E’ sempre una violenza e poi si trattava di una ragazza che guadagnava 70 mila lira al mese con lavori in nero. Si trovava nella villa in cui fu vittima di violenza perché le era stato promesso un lavoro. Si era recata lì a parlare di un lavoro offertole, poi era successo quello che sappiamo. La violentarono due volte: sia fisicamente che psicologicamente ed i traumi causati da uno stupro sono difficili di guarire.
        .
accusato: “Io sono un ragazzo serio.” Ma per favore, come poté avere il coraggio di pronunciare tale frase dopo tutto quello che aveva fatto a quella ragazza che avrebbe potuto benissimo essere sua figlia? Una fanciulla!
        “E’ la ragazza seria lei, che esce con due uomini dentro la macchina.”
Giudice: Perché non l’avete pagata?
(riferendosi alle presunte 200 mila lire che avrebbero dovuto pagare alla ragazza i quattro accusati, poiché in tutto il processo  costoro sostenettero che il rapporto fu consenziente e che la ragazza era andata con i quattro uomini per soldi!)
Un imputato: “ Perché non mi ha soddisfatto!”.
Sono disgustata di fronte a tale crimine!
Giudice: Perché hai pregato tuo cognato di andare a offrire un milione a Fiorella?”
Imputato: “ Siccome non le ho pagato le 50 mila lire che le dovevo, volevo dare un milione.”
        E qui si intuisce la menzogna di questi “uomini perbene”. Se non aveva pagato 50 mila lira perché non era rimasto soddisfatto, come mai le voleva dare un milione?  Provarono a comprare il suo silenzio, ma non ci riuscirono.  Forse avranno pensato che, povera com’era, aveva bisogno di soldi; quindi, avrebbe accettato quel denaro, tanto la violenza ormai era stata consumata; si sbagliavano, perché la ragazza con tanta dignità dimostrò che certe cose non hanno un prezzo!
Avv. di difesa: Le abbiamo sempre rispettate, se una di loro ci concede i suoi favori…” E ancora una volta considerano le donne, tutte, come oggetti sessuali a loro piacimento!
Questa ragazza che non versa in solide condizioni economiche ha degli amici amanti.“ Con queste parole egli offese non solo la ragazza, ma tutte, ho detto TUTTE le donne che economicamente si trovano in una situazione svantaggiata, considerando che tutte quelle che non hanno soldi probabilmente si prostituiscono! Mi meraviglio tanto di questi uomini che pure “avevano” moglie, figlie e mamme, abbiano trattato così le donne!
Avv. di difesa: “Una violenza  carnale con fellatio può essere fermata con un morsetto. Passa a chiunque la voglia di continuare.”
 “Lei amica e amante di Vallone , lei si fa praticare il cunnilingus. Lui si mette in ginocchio davanti a lei e la bacia sulla “seconda bocca” da cui sugge  il piacere di lei. Il violentatore si china? Adora? E questo avvocato usa il suo latino per non dire parole volgari e allo stesso tempo per dar importanza a quello che dice.
        Prima di tutto fa passare la ragazza per prostituta durante tutto il processo. E gli stupratori, che è quello che sono, chiamiamoli con la parola che loro appartiene,  invece sono considerati  gli “adoratori”. Quindi, ciò che è accaduto l’ha voluto la ragazza, e loro le hanno dato piacere. Che disgusto!
        Avv. di difesa: «Abbiamo parità di diritto, perché io alle 9 di sera debbo stare a casa, mentre mio marito, [] vanno in giro?» Vi siete messe voi in questa situazione. [] Se questa ragazza fosse stata a casa, se l'avessero tenuta presso il caminetto, non si sarebbe verificato niente.
        Ancora una volta colpevolizza le donne. Come a dire che le ragazze per bene stanno a casa, e  le poco di buono escono di notte. Ma cosa significa questo? Dunque le donne non possono uscire di notte perché ci sono i lupi cattivi che vogliono aggredire le cappuccetto rosso? Ma che storia assurda è questa? Caso mai i lupi cattivi vanno arrestati, perché le donne, come gli uomini, possano circolare liberamente a qualsiasi ora del giorno o della notte!
        Il fatto di colpevolizzare la vittima può essere considerato come conseguenza diretta di una cultura patriarcale. In molti casi si colpevolizza la donna per i tipi di vestiti usati, gli atteggiamenti, anche perché è uscita di notte, come nel caso di Fiorella. Dunque le donne devono coprirsi dalla testa ai piedi e aver un comportamento sottomesso, devono rimanere sempre a casa, soprattutto di notte, perché gli uomini sono animali irrazionali che non riescono a contenersi e a dominare i loro impulsi sessuali?
       
        Avvocatessa d’accusa: “Io mi chiedo: quale sarebbe stata la reazione? Sono quattro uomini. Certo, uno può dare un morsico, può rischiare la vita, e l'avrebbe rischiata. Ed ognuna delle donne ricorda quello che è successo a chi ha cercato di ribellarsi, a chi cerca di ribellarsi alla violenza. Ed ecco che violenza vi è anche se non vi sono reazioni di questo tipo, perché non ci si può aspettare che tutte siano delle Sante Goretti.”
E qui Tina Lagostena Bassi dice qualcosa di ovvio. Come  può una donna difendersi da quattro uomini? Avrebbe come minimo rischiato la vita. La stessa Fiorella disse che ebbe paura, ed è più che naturale. Chi, al suo posto non ne avrebbe avuta?
Tina cita Santa Maria Goretti (un’italiana nata nel 1890), che all'età dodici anni, nel difendersi da uno stupro, fu accoltellata e morì poco dopo in ospedale.

Finisco con l’arringa di Lagostena
Ma nessuno di noi avvocati—e qui parlo come avvocato—si sognerebbe d'impostare una difesa per rapina come s'imposta un processo per violenza carnale. Nessuno degli avvocati direbbe nel caso di quattro rapinatori che con la violenza entrano in una gioielleria e portano via le gioie, (…) ebbene nessun avvocato si sognerebbe di cominciare la difesa (che comincia attraverso i primi suggerimenti dati agli imputati), di dire ai rapinatori «Vabbè, dite che però il gioielliere ha un passato poco chiaro, dite che il gioielliere, in fondo, ha commesso reati di ricettazione, dite che il gioielliere è un usuraio, che specula, che guadagna, che evade le tasse!»

        Effettivamente, l’unico processo in cui la vittima è anche l’imputato è lo stupro. Come diceva Lagostena  Bassi: “se si fa così è solidarietà maschilista”.
        Purtroppo, nei processi per violenza, quando la vittima è una donna, è meritevole di fiducia solamente quando il suo comportamento ha l’approvazione della società  in cui vive in quanto accettabile, osservando le caratteristiche personali degli individui piuttosto che il delitto commesso. E nel caso in cui una donna abbia una morale impeccabile, gli accusatori e i suoi avvocati infangano il suo nome ugualmente, affinché lei  sia vista come colei che ha provocato  la violenza. Addirittura un prete, Don  Piero Corsi (secondo il seguente articolo di giornale: http://genova.repubblica.it/cronaca/2012/12/24/news/il_sacerdote_scrive_ai_fedeli_femminicidio_colpa_delle_donne-49410366/)    ha fissato nella bacheca della chiesa un comunicato dicendo che la colpa della violenza sessuale è delle donne. "Donne e ragazze in abiti succinti provocano gli istinti, facciano un sano esame di coscienza: forse ce lo siamo andato a cercare" .
        In questo modo  si riproduce la violenza di genere. Si fomenta la discriminazione  soprattutto della donna che avrebbe dovuto agire sulla base di ciò che si aspettava la società: in una società maschilista il luogo della donna è a casa, infatti l’avvocato difensore sostiene che se  Fiorella fosse rimasta a casa, niente di tutto ciò si sarebbe verificato.
        Ecco perché gli avvocati di difesa vogliono sempre screditare le vittime  e, nel caso in oggetto , fu tentato di tutto per raggiungere questo scopo. Quindi, nel tentativo di screditarla, uno degli accusati disse che aveva già fatto sesso con lei altre volte, che non le aveva dato dei soldi, ma l’aveva portata al ristorante, pagato il caffè: insomma una che va con uno anche per poco; era questa l’immagine che gli accusati e i loro avvocati cercavano di dare della vittima. Se fosse stato vero tutto ciò, lei non sarebbe andata con Valloni in quella villa pensando di parlare di un lavoro, e tanto meno lavorerebbe in nero per guadagnare 70 mila lire al mese, ma è la sua parola contro la loro. Lo stupro è l’unico crimine in cui la vittima deve provare di non essere colpevole.
“Il maresciallo è stato fin troppo chiaro quando ha detto : “Quando sono andato a fermare Valloni,  se lo aspettava. E mi ha detto, Sì. Per i fatti di Fiorella.” Se Valloni si aspettava già quella visita dei carabinieri qualcosa vuol dire, no? E poi se uno è innocente non può sapere di cosa viene accusato prima che qualcuno lo accusi. Nel caso di Valloni invece, lui ha preceduto  il maresciallo, dunque sapeva benissimo di cosa si trattava, non vi pare?

         P.S.: Lascio un link di un sito, un articolo interessante Contro la cultura dello stupro e la colpevolizzazione delle donne vittime di violenza (avviso: ci sono delle parole volgari, )        https://comunicazionedigenere.wordpress.com/2013/04/08/prima-slutwalk-italiana-la-marcia-delle-puttane-contro-la-cultura-dello-stupro/

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