Inizio
questo post con alcuni accenni sulla
violenza sessuale nella società italiana dal 1930 in poi…
Il
codice Rocco (1930) classificava i reati di violenza sessuale tra i
"delitti contro la moralità pubblica e il buon costume" e non contro
la persona. L’articolo (art. 544,
abrogato solo nel 1981) il matrimonio
riparatore, estingueva il reato nel
caso lo stupratore sposasse la vittima anche se questa fosse una minorenne.
Com’è possibile una cosa del genere? Prima la sequestra e poi “la violenta” a
vita; violenze più che accettate con il “matrimonio riparatore”. La prima donna
che non accettò questa assurdità fu Viola Franca, nel 1965.
La violenza sessuale viene classificata per quello che è veramente: un crimine contro la persona, non nel
'500, ma alla fine degli anni novanta del secolo scorso (1996), per quanto assurdo possa sembrare…
E’ la prima volta che assisto ad un
processo per stupro (processo per stupro 1979) e devo dire che mi son sentita
indignata durante tutto il filmato. Confesso che ho continuato a guardarlo
perché volevo conoscere la sentenza finale che mi ha deluso e, soprattutto, per
scrivere questo post. Anzitutto, come donna mi sento orgogliosa di
aver avuto delle degne rappresentanti: prima la figura della grande avvocatessa
e soprattutto grande Donna che è stata Tina Lagostena Bassi e poi di Fiorella, una giovane ragazza, appena
diciottenne, che ebbe il coraggio di denunciare i suoi stupratori. Nemmeno per
un momento ella pensò di accettare quel milione di lire che, il giorno dopo lo
stupro, le era stato offerto. Lei, che guadagnava 70 mila lira al mese, dunque
una ragazza povera, dimostrò tutta la sua dignità nell’avere rifiutato quella
cifra e, successivamente, nemmeno la “mazzetta” degli avvocati che deposero in
aula due milioni di lire. Poiché, come diceva Lagostena Bassi, “la violenza che subisce una donna non
può essere pagata con una mazzetta.”
Mi hanno colpito molto le insinuazioni
della madre di uno degli accusati, che giustificava il
comportamento di suo figlio: “Non ha ammazzato questa ragazza, ci si è andato a divertire, certo che piaceva
pure a lei divertirsi” (pessima madre, poiché lei come donna
soprattutto e non solo, non avrebbe dovuto giustificare tale crimine!)
Avvocati
degli accusati: “Vengono offerte lire due milioni a titolo
di risarcimento di danni”. “E’ una offerta seria, concreta”.
Avvocatessa
della vittima : “Il
sistema della mazzetta buttata lì ha fatto scuola. La parte civile chiederà 1
lira simbolica, perché il danno subito da una ragazza violentata è incommensurabile
e non si può risarcire.”
Si inizia il processo umiliando questa
ragazza. L’avvocato della difesa, affermò che si trattava di una proposta seria, come se i soldi (e,
peggio ancora, quella miseria) offerti,
potessero risarcire un danno così profondo, come uno stupro, violenza di
gruppo per di più!
Gli avvocati della difesa ebbero pure la
sfacciataggine di considerare come insulto il rifiuto alla loro offerta, come
se con i soldi si potesse risolvere
qualsiasi tipo problema, eliminare qualsiasi tipo di crimine. Dove la donna,
Fiorella, veniva considerata come un oggetto rotto che con un po’ di soldi si
compra una colla e lo si aggiusta!
La ragazza fu violentata non solo dai quattro
“malvagi” (perché un uomo vero non si comporta come quegli individui) ma anche
dai lori avvocati e purtroppo la giustizia venne a meno. Lei subì la violenza due volte, tuttavia per i
giudici non è sempre facile decidere visto che, come prove, hanno spesso solo la parola della vittima. Come nel caso
di Fiorella, che non oppose resistenza e fece bene (infatti non aveva dei segni
“di lotta” sul corpo), poiché avrebbe rischiato la vita: erano quattro uomini
contro una donna!
Fiorella fu umiliata, in questo processo
la vera imputata era la vittima, ma il suo avvocato dovette invece difendere la
propria cliente delle accuse maschiliste che la incriminavano come se lei fosse
colpevole di quello che le era accaduto. Una vittima nelle mani di “uomini” che
avevano l’età per essere suo padre.
Le hanno dato della prostituta, ed anche
di peggio. Ma anche se fosse stata una prostituta, cosa che non era, ciò non
giustifica la brutalità usata nei suoi confronti. Perché la violenza sessuale
ad una prostituta o ad una suora è sempre una violenza ad una donna; se la
donna non lo vuole, nessuno la può costringere, tanto meno violentarla. E’
sempre una violenza e poi si trattava di una ragazza che guadagnava 70 mila
lira al mese con lavori in nero. Si trovava nella villa in cui fu vittima di
violenza perché le era stato promesso un lavoro. Si era recata lì a parlare di
un lavoro offertole, poi era successo quello che sappiamo. La violentarono due
volte: sia fisicamente che psicologicamente ed i traumi causati da uno stupro
sono difficili di guarire.
.
accusato: “Io
sono un ragazzo serio.” Ma per favore, come poté avere il coraggio
di pronunciare tale frase dopo tutto quello che aveva fatto a quella ragazza
che avrebbe potuto benissimo essere sua figlia? Una fanciulla!
“E’
la ragazza seria lei, che esce con due uomini dentro la macchina.”
Giudice: Perché
non l’avete pagata?
(riferendosi
alle presunte 200 mila lire che avrebbero dovuto pagare alla ragazza i quattro
accusati, poiché in tutto il processo
costoro sostenettero che il rapporto fu consenziente e che la ragazza
era andata con i quattro uomini per soldi!)
Un imputato: “
Perché non mi ha soddisfatto!”.
Sono
disgustata di fronte a tale crimine!
Giudice: Perché
hai pregato tuo cognato di andare a offrire un milione a Fiorella?”
Imputato: “
Siccome non le ho pagato le 50 mila lire che le dovevo, volevo dare un
milione.”
E qui si intuisce la menzogna di questi
“uomini perbene”. Se non aveva pagato 50 mila lira perché non era rimasto
soddisfatto, come mai le voleva dare un milione? Provarono a comprare il suo silenzio, ma non ci
riuscirono. Forse avranno pensato che,
povera com’era, aveva bisogno di soldi; quindi, avrebbe accettato quel denaro,
tanto la violenza ormai era stata consumata; si sbagliavano, perché la ragazza
con tanta dignità dimostrò che certe cose non hanno un prezzo!
Avv. di difesa: Le abbiamo sempre rispettate, se una di
loro ci concede i suoi favori…” E ancora una volta considerano le donne,
tutte, come oggetti sessuali a loro piacimento!
“Questa
ragazza che non versa in solide condizioni economiche ha degli amici amanti.“
Con queste parole egli offese non solo la ragazza, ma tutte, ho detto TUTTE le
donne che economicamente si trovano in una situazione svantaggiata,
considerando che tutte quelle che non hanno soldi probabilmente si
prostituiscono! Mi meraviglio tanto di questi uomini che pure “avevano” moglie,
figlie e mamme, abbiano trattato così le donne!
Avv. di difesa: “Una
violenza carnale con fellatio può essere
fermata con un morsetto. Passa a chiunque la voglia di continuare.”
“Lei amica e amante di Vallone , lei si fa
praticare il cunnilingus. Lui si mette in ginocchio davanti a lei e la bacia
sulla “seconda bocca” da cui sugge il
piacere di lei. Il violentatore si china? Adora? E
questo avvocato usa il suo latino per non dire parole volgari e allo stesso
tempo per dar importanza a quello che dice.
Prima di tutto fa passare la ragazza per
prostituta durante tutto il processo. E gli stupratori, che è quello che sono,
chiamiamoli con la parola che loro appartiene,
invece sono considerati gli
“adoratori”. Quindi, ciò che è accaduto l’ha voluto la ragazza, e loro le hanno
dato piacere. Che disgusto!
Avv. di difesa: «Abbiamo parità di
diritto, perché io alle 9 di sera debbo stare a casa, mentre mio marito, […] vanno
in giro?» Vi siete messe voi in questa situazione. […] Se
questa ragazza fosse stata a casa, se l'avessero tenuta presso il caminetto,
non si sarebbe verificato niente.
Ancora una volta colpevolizza le donne.
Come a dire che le ragazze per bene stanno a casa, e le poco di buono escono di notte. Ma cosa
significa questo? Dunque le donne non possono uscire di notte perché ci sono i
lupi cattivi che vogliono aggredire le cappuccetto rosso? Ma che storia assurda
è questa? Caso mai i lupi cattivi vanno arrestati, perché le donne, come gli uomini,
possano circolare liberamente a qualsiasi ora del giorno o della notte!
Il fatto di colpevolizzare la vittima
può essere considerato come conseguenza diretta di una cultura patriarcale. In
molti casi si colpevolizza la donna per i tipi di vestiti usati, gli
atteggiamenti, anche perché è uscita di notte, come nel caso di Fiorella.
Dunque le donne devono coprirsi dalla testa ai piedi e aver un comportamento
sottomesso, devono rimanere sempre a casa, soprattutto di notte, perché gli
uomini sono animali irrazionali che non riescono a contenersi e a dominare i
loro impulsi sessuali?
Avvocatessa d’accusa: “Io
mi chiedo: quale sarebbe stata la reazione? Sono quattro uomini. Certo, uno può
dare un morsico, può rischiare
la vita, e l'avrebbe rischiata. Ed ognuna delle donne ricorda quello che è
successo a chi ha cercato di ribellarsi, a chi cerca di ribellarsi alla
violenza. Ed ecco che violenza vi è anche se non vi sono reazioni di questo
tipo, perché non ci si può aspettare che tutte siano delle Sante Goretti.”
E
qui Tina Lagostena Bassi dice qualcosa di ovvio. Come può una donna difendersi da quattro uomini?
Avrebbe come minimo rischiato la vita. La stessa Fiorella disse che ebbe paura,
ed è più che naturale. Chi, al suo posto non ne avrebbe avuta?
Tina
cita Santa Maria Goretti (un’italiana nata nel 1890), che all'età dodici anni,
nel difendersi da uno stupro, fu accoltellata e morì poco dopo in ospedale.
Finisco
con l’arringa di Lagostena
Ma
nessuno di noi avvocati—e qui parlo come avvocato—si sognerebbe d'impostare una
difesa per rapina come s'imposta un processo per violenza carnale. Nessuno
degli avvocati direbbe nel caso di quattro rapinatori che con la violenza
entrano in una gioielleria e portano via le gioie, (…) ebbene nessun avvocato
si sognerebbe di cominciare la difesa (che comincia attraverso i primi
suggerimenti dati agli imputati), di dire ai rapinatori «Vabbè, dite che però
il gioielliere ha un passato poco chiaro, dite che il gioielliere, in fondo, ha
commesso reati di ricettazione, dite che il gioielliere è un usuraio, che
specula, che guadagna, che evade le tasse!»
Effettivamente, l’unico processo in cui
la vittima è anche l’imputato è lo stupro. Come diceva Lagostena Bassi: “se si fa così è solidarietà
maschilista”.
Purtroppo, nei processi per violenza,
quando la vittima è una donna, è meritevole di fiducia solamente quando il suo
comportamento ha l’approvazione della società in cui vive in quanto accettabile, osservando
le caratteristiche personali degli individui piuttosto che il delitto commesso.
E nel caso in cui una donna abbia una morale impeccabile, gli accusatori e i
suoi avvocati infangano il suo nome ugualmente, affinché lei sia vista come colei che ha provocato la violenza. Addirittura un prete, Don Piero Corsi (secondo il seguente articolo di
giornale: http://genova.repubblica.it/cronaca/2012/12/24/news/il_sacerdote_scrive_ai_fedeli_femminicidio_colpa_delle_donne-49410366/) ha fissato nella bacheca della chiesa un
comunicato dicendo che la colpa della violenza sessuale è delle donne. "Donne e ragazze in abiti succinti
provocano gli istinti, facciano un sano esame di coscienza: forse ce lo siamo
andato a cercare" .
In
questo modo si riproduce la violenza di
genere. Si fomenta la discriminazione soprattutto
della donna che avrebbe dovuto agire sulla base di ciò che si aspettava la
società: in una società maschilista il luogo della donna è a casa, infatti
l’avvocato difensore sostiene che se
Fiorella fosse rimasta a casa, niente di tutto ciò si sarebbe
verificato.
Ecco perché gli avvocati di difesa
vogliono sempre screditare le vittime e,
nel caso in oggetto , fu tentato di tutto per raggiungere questo scopo. Quindi,
nel tentativo di screditarla, uno degli accusati disse che aveva già fatto
sesso con lei altre volte, che non le aveva dato dei soldi, ma l’aveva portata
al ristorante, pagato il caffè: insomma una che va con uno anche per poco; era
questa l’immagine che gli accusati e i loro avvocati cercavano di dare della
vittima. Se fosse stato vero tutto ciò, lei non sarebbe andata con Valloni in quella
villa pensando di parlare di un lavoro, e tanto meno lavorerebbe in nero per
guadagnare 70 mila lire al mese, ma è la sua parola contro la loro. Lo stupro è
l’unico crimine in cui la vittima deve provare di non essere colpevole.
“Il maresciallo è stato
fin troppo chiaro quando ha detto : “Quando sono andato a fermare Valloni, se lo aspettava. E mi ha detto, Sì. Per i
fatti di Fiorella.” Se Valloni si aspettava già quella
visita dei carabinieri qualcosa vuol dire, no? E poi se uno è innocente non può
sapere di cosa viene accusato prima che qualcuno lo accusi. Nel caso di Valloni
invece, lui ha preceduto il maresciallo,
dunque sapeva benissimo di cosa si trattava, non vi pare?
P.S.: Lascio
un link di un sito, un articolo interessante Contro la cultura dello stupro e la colpevolizzazione delle donne
vittime di violenza (avviso: ci sono delle parole volgari, ) https://comunicazionedigenere.wordpress.com/2013/04/08/prima-slutwalk-italiana-la-marcia-delle-puttane-contro-la-cultura-dello-stupro/
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