In Brasile, prima della
colonizzazione portoghese, esistevano diverse lingue indigene. Ma con la colonizzazione
e di conseguenza l’annientamento della maggior parte delle tribù indigene, la
lingua predominante e officiale diventò il Portoghese, la lingua dei
colonizzatori. Tuttavia esistono ancora alcune lingue indigene parlate dai
discendenti (degli) indigeni. Ci sono due città brasiliane che hanno altre
lingue considerate ufficiali: una al Nord, dove sono riconosciute come lingue
ufficiali dopo il Portoghese, altre tre lingue indigene perché parlate dalla maggior
parte della popolazione di origine indigena (però solo per quanto riguarda l’espressione
orale). E a Santa Catarina, al Sud del Paese, esiste una città bilingue, dove
la seconda lingua ufficiale è il tedesco poiché la città è abitata soprattutto
dai tedeschi e dai loro discendenti.
Il Portoghese ha tre varietà:
Portoghese africano, europeo e il brasiliano. Le differenze riguardano alla
pronuncia e al vocabolario, soprattutto nella varietà “dialettale”. Ma comunque
la lingua è la stessa, dunque non ci sono problemi di comprensioni se i
parlanti delle diverse varietà parlano il linguaggio formale.
Siccome il Portoghese
è una lingua latina, ha la struttura grammaticale molto simile all’italiano. Ci
sono molte parole che sono scritte uguali, ma si pronunciano diversamente e in
molti casi hanno un significato diverso. In Brasile non ci sono propriamente i dialetti;
almeno non un linguaggio così distante dal portoghese come lo sono quelli italiani
dall’italiano; però ci sono delle differenze regionali. In alcune regioni
esiste il “dialetto” regionale formato da espressioni idiomatiche, vocaboli usati soltanto in quella regione. Quindi tra noi
brasiliani è facile capire la provenienza di uno di noi, sia a causa dell’accento
(sotaque) sia a causa di qualche espressione regionale, o “dialetto”, una
varietà soprattutto della lingua parlata.
Esiste in Brasile un “linguaggio
dialettale” che in verità è il Portoghese, solo che sbagliato, usato da persone
poco istruite o analfabeta che non sanno parlare bene, tantomeno scrivere, la
lingua ufficiale del proprio paese.