Trama:
Un giovane scrittore
vede crollare tutti i propri sogni quando perde ciò che ha cercato per tutta la
vita: la sua Storia da Raccontare, la più bella di tutte le storie, l’unico
racconto capace di procurare immortalità a chi così sarà fortunato
da catturarlo.
Ritornato sulla sua
isola natia, incontra un eccentrico personaggio che darà una scossa alla sua
esistenza disincantata: un vecchio vagabondo, apparentemente privo di passato,
che, senza metà e senza scopo, erra per le strade dispensando sorrisi e regalando
cianfrusaglie ai passanti. Eppure il vecchio non è benvoluto dagli isolani, e
il motivo è che di notte, sotto la luce fatata dei lampioni, egli
misteriosamente pare trasformarsi e ringiovanire. Malgrado la
diffidenza dell’intero paese, il giovane scrittore si affeziona a
lui, sperando inconsciamente che possa aiutarlo a ritrovare la sua Storia da
Raccontare. Ma forse la storia che si nasconde dietro quell'uomo è
ben lungi dal poter esser narrata… E così il segreto di cui è
portatore peserà come un macigno sul cuore del giovane scrittore, e il
mondo in cui il vecchio lo trascina rovescerà tutte le sue certezze e lo
indurrà a chiedersi se ciò che vede sia la realtà o solo un sogno.
Recensione:
Melchi: vi racconto una
storia
Le prime pagine non
hanno destato molto il mio interesse, ma con il proseguire della lettura la
storia mi ha conquistato!
Il capitolo “La
ribellione”, mi ha colpito particolarmente perché sentimenti simili
provai anch'io quando lasciai la mia piccolissima città, “la mia
isola”. Frasi come: “Tutto questo non fa per me”, mi sono detta anch'io,
e frasi come “ Mai abbandonare la via vecchia per la nuova” l’ho
sentita anch'io da quelli più anziani quando decisi di partire.
Se dovessi descrivere
questo romanzo con un’unica parola, probabilmente quella sarebbe INTRIGANTE!
La trama è avvincente.
Una storia intensa ed emozionante: un misto tra sogno e realtà .
Racconta la storia di un
giovane scrittore che cerca la sua Storia da Raccontare; non una
qualsiasi ma la migliore di tutte le storie!
I due personaggi
principali sono: il giovane scrittore (narratore protagonista) e Melchi (il
vecchio vagabondo) un isolano bizzarro e sognatore, la cui vita è piena di
“mistero”, sogni e bizzarrie; il suo volto apparentemente sorridente e felice
nasconde un secreto oscuro e tragico.
Quasi tutta la storia
succede su un’isola. E’ un racconto che raccoglie altre storie coinvolgendo i
personaggi dell’isola, vari fatti, diverse situazioni.
I personaggi, oggetti,
luoghi ed emozioni sono stati descritti alla perfezione, conferendo così
autenticità al testo.
C’è un po’ di fantasia,
un po’ di filosofia. E’ un racconto pieno di sentimenti forti come l’amore, la
disperazione, il rammarico, il dolore, il disprezzo, ma soprattutto la vera
amicizia, che riesce anche a far perdonare cose imperdonabili; anche se in
verità l’autore di quel fato lugubre e drammatico era colpevole ma non
consapevole della sua azione.
Melchi, popolarmente
conosciuto come il Cianfrusaio, in sostanza è disprezzato da tutti gli isolani;
eccetto un gruppo di pochi amici che proteggono il
sonnambulo. Sì, lui è sonnambulo e non sa di esserlo. I suoi amici non glielo
dicono perché non vogliono distruggere la sua felicità, anche se non reale,
perché lui quando sogna è felice. Ma
le cose cambiano ...e lo scrittore (narratore protagonista) ha trovato
una bella storia da raccontare - Melchi: vi racconto una storia.
Bel libro! ««««¶ 4 stelle su cinque secondo la mia semplice opinione.
Retro di copertina:
“Se ci fossero stati
treni sull'isola, e binari sui quali vederli scorrere, sicuramente
Melchi sarebbe stato uno di quelli seduti tutto il giorno su una panchina
della stazione ad aspettarli. Ne avrebbe visti passare due, tre, dieci, cento,
mille, senza che si decidesse a salire su uno di essi. Anzi, uno forse
l’avrebbe preso, purché fosse stato sicuro che quel treno non portasse in
nessun posto in particolare. Forse quello che aspettava, era ancora
lungi dall'arrivare, o forse non sarebbe mai arrivato; ma, dallo
sguardo triste e pensieroso che aveva, si capiva che il suo treno era un treno
su cui, per salire, non occorreva né biglietto né valigia.'