Libro: I diritti delle donne
Mary Wollstonecraft
A cura di Franca Ruggieri
Editori riuniti
settembre 1977
E’
impressionante che una donna come Mary Wollstonecraft , nata nel 1759 abbia
ancora qualcosa da dirci. Lei, nata e vissuta nel periodo dell’illuminismo e
della rivoluzione industriale, insieme ad altre donne intellettuali e rivoluzionarie hanno “iniziato la lotta”
per l’emancipazione femminile.
Mary Wollstonecraft (1759-1797) scrisse
nel 1792 il libro: Vindication of the rights of woman, una delle prime analisi
della condizione femminile. E’ incredibile che a distanza di due secoli, così poco
sia cambiato nella condizione della donna.
Parto
dall’introduzione di Mary Wollstonecraft
“La condotta e i costumi delle donne sono, infatti, la
chiara prova della loro imperfetta salute mentale; perché, come per i fiori
piantati in un terreno troppo fertile, forza e utilità vengono sacrificate alla
bellezza; e le foglie rigogliose, dopo aver soddisfatto lo sguardo esigente,
appassiscono dimenticate sullo stelo,
assai prima del tempo in cui avrebbero dovuto
raggiungere la maturità. A parer mio
la sola causa di questa fioritura sterile è da attribuire ad
un’educazione sbagliata, suggerita dai libri scritti in proposito da uomini,
che considerando le donne nei loro attributi femminili piuttosto che umani, si
sono preoccupati di fare di loro amanti seducenti e non mogli affezionate e madri
razionali; e l’intelletto di tutto il sesso è stato a tal punto ingannato da
questo subdolo omaggio, che le donne “civili” di questo secolo, con qualche eccezione,
non desiderano altro che ispirare amore, laddove dovrebbero nutrire una più
nobile ambizione ed esigere rispetto per mezzo delle loro capacità e virtù.”
(pagina 63)
In
questo testo Wollstonecraft paragona le
donne ai fiori. Quando dice che “forza e
utilità vengono sacrificate alla bellezza” si riferisce anche a tante donne
(non tutte ovviamente) dei nostri giorni che purtroppo si concentrano sulla parte
più insignificante di sé: la bellezza, come diceva la stessa Mary Wallstonecraft
“e le foglie rigogliose, dopo aver soddisfatto lo sguardo esigente,
appassiscono dimenticate sullo stelo.”
Ebbene, ci sono ancora oggi, donne che pensano solo ad essere belle. E molte
giovani donne aspirano ad essere sexy e attraenti.
Ancor ‘oggi ci sono delle bambine che crescono
con l’idea di essere belle senza
preoccuparsi di essere brave e competenti.
Si vede pure in tv le veline, concorso di miss , pupe e secchioni tra
altri. Il modello di donna presentato in tanti programmi come questi, così come
in molte pubblicità, è quello delle belle e, purtroppo, a volte anche stupide
Tuttavia come dice la stessa Mary W. “I fiori appassiscono”, e queste
donne educate per piacere al sesso opposto e per esibire la loro bellezza
fisica, finiscono per essere rimpiazziate da donne più giovani e più belle. Si
vede pure in tv, il numero di donne più anziane nella tv italiana (e non solo)
è bassissimo, e quelle giovani e “belle” che ci sono oggi, domani saranno
sostituite. Immagino che se Wollstonecraft vivesse nei giorni nostri e vedesse
tutte queste donne semi-nude, che fanno anche le stupide (spesso senza esserlo),
Mary ne rimarrebbe scandalizzata. Me ne scandalizzo io che vivo in quest’epoca, figurarsi lei.
Le donne (molte, non tutte) del nostro
secolo desiderano ispirare amore, “contente” di essere un oggetto sia in tv sia
un oggetto sessuale per gli uomini. Ma certo, tante altre donne del nostro secolo sono civili senza le virgolette
e studiano, lavorano, sono indipendenti e si fanno valere per quello che sono:
persone competenti, intelligenti e professionali e anche belle, ma si
concentrano sulla parte più importante del loro essere, non sulla più
insignificante. Queste donne sono forti e utili al contrario di tante altre dei
nostri tempi, delicate e inutili.
Brani tratti dai capitoli
“ Le
ragazzine, fin quasi dalla nascita, amano l’abbigliamento: non contente di
essere graziose, vogliono essere trovate tali; si vede, nelle loro piccole
arie, che questo pensiero occupa di già la loro attenzione; e sono appena in
grado di comprendere ciò che loro si dice, che vanno guidate parlando loro di
ciò che si penserà del loro comportamento. Il medesimo motivo comunque,
indiscretamente proposto ai ragazzini,
non ha lo stesso effetto. Purché siano lasciati liberi di cercare i propri
piaceri, essi si preoccupano assai poco di quello che si potrà pensare di loro.
Non è che a forza di tempo e di fatica che vengono assoggettati alla medesima
legge.” Pag.178
“Troppo puerili, tanto da
non meritare neanche una seria confutazione , sono le affermazioni di Rousseau
(seguite poi da diversi scrittori) secondo cui le donne, a prescindere
dall’educazione, preferiscono naturalmente, fin dalla nascita, le bambole, i vestiti, la conversazione. È in effetti
abbastanza naturale che una ragazza condannata a starsene seduta per ore e ore
di fila a sentire le chiacchiere oziose di mediocri governanti oppure ad
assistere la toletta della madre, cerchi di partecipare alla conversazione,
imiti madri e zie, si diverta a vestire la bambola senza vita, così come fanno
con lei, povera creatura innocente!” pag.122 e pag.123
Direi
che quanto riportato nei due brani sopra è più che attuale anche al giorno d'oggi.
Mi rendo conto che è un assurdo, ma purtroppo le cose continuano ancora così in
molti casi. È tanto vero che quando osserviamo dei bambini in giro, ad esempio bambini
che conosciamo, se la femmina indossa un vestitino, un fiocco al capello, porta
la borsetta ecc. ella si aspetta che, come minimo, le facciamo un complimento:
“sei una principessa”, “sei bellissima”. Invece un maschio, non si aspetta
questo tipo di complimenti; certo, gli fa piacere, ma non è proprio così
ansioso come tante bambine. Anche quando
si dice: “Una bambina non si comporta così”, si sta dando alla bambina un’idea
di comportamento da seguire, e lei non può essere quindi libera come i maschi:
deve sedersi a gambe chiuse; le parolacce sono più tollerate dai maschi che dalle
femmine. Certo, non è sempre così, ci
sono comunque quelle donne e quelle
bambine che non seguono “il manuale” di come diventare bella, carina, piacere
agli altri ed essere amata.
Alle bambine si chiede un certo tipo di
comportamento e loro devono semplicemente obbedire, e per questo, poi si dice
che le femmine sono più tranquille dei maschi. E’ logico, sono “orientate” a
essere così, ma questo non è un bene perché così facendo, si bloccano e non
sono libere di esprimersi nell’interezza del loro essere. Bambini e bambine
devono essere educati con gli stessi criteri, senza stereotipi di genere.
Riguardo alle affermazioni di Rousseau citate
sopra, purtroppo esiste ancora questo stereotipo della bambina tanto carina,
delicata che è sempre ferma a giocare con la bambola. Ma questo succede a causa
della consuetudine. La bambina gioca con la bambola, partecipa alla
conversazione, perché è abituata a vedere e sentire come si comporta una
bambina: semplicemente lei recita la parte, sa che sarà punita se non lo fa, al
contrario sarà premiata. Le bambine semplicemente seguono dei modelli, prima
osservando la madre e poi gli altri bambini e adulti e di conseguenza si
adeguano e imparano “a vivere in società e a non stonare dal coro”.
“Le ragazze sono costrette
a starsene immobili a sedere, giocare con le bambole, ascoltare conversazioni
sciocche , e si finisce poi con il sottolineare l’effetto dell’abitudine come
se fosse un’indiscutibile indicazione della natura.” Pag.179
Ecco qui un’ altra verità, anche ai
giorni nostri. Come diceva Montaigne
“...il
principale effetto della sua [della consuetudine] potenza è che essa ci afferra
e ci stringe in modo che a malapena possiamo riaverci dalla sua stretta e
rientrare in noi stessi per discorrere e ragionare dei suoi comandi. In verità,
poiché li succhiamo col latte fin dalla nascita e il volto del mondo si
presenta siffatto al nostro primo sguardo, sembra che noi siamo nati a
condizione di seguire quel cammino. E le idee comuni che vediamo aver credito
intorno a noi e che ci sono infuse nell'anima dal seme dei nostri padri, sembra
siano quelle generali e naturali. Per cui accade che quello che è fuori dei
cardini della consuetudine lo si giudica fuori dei cardini della ragione; Dio
sa quanto irragionevolmente, per lo più” . Montaigne (libro di antropologia
culturale- Fabio Dei)
“Le ragazze infatti
se non le si deprime con l’imposizione di una vita priva di
qualsiasi attività, e non se ne compromette l’innocenza con falsi concetti di pudore, preferiranno
sempre giochi chiassosi e dinamici: le bambole non susciteranno mai in loro
interesse, a meno che non vivano isolate, senza alternativa alcuna.” Pag. 124
E’ ovvio che si tratta di uno
stereotipo, anche Barrie Thorne nel suo libro Gender play ( 1993), dice che i bambini, quando lasciati giocare da soli,
molte volte si mescolano tra maschi e femmine e giocano insieme, come il
nascondino. Durante i giochi di questo tipo non c’è nessuna differenza tra i
sessi, nel senso che anche alle bambine piacciono i giochi dinamici, chiassosi
e questa ne è la prova. Certo, se si comincia a dare una bambola ad una bambina
di due anni e per due o tre anni di fila
le si dice che lei è una femmina e deve fare cose da femmine come giocare con
la bambola mentre il calcio o la macchinina sono cose da maschi lei interiorizzerà
l’idea come vera, la elaborerà e la
riprodurrà.
“ Fragili in tutti i
sensi, sono costrette a cercare conforto nell’uomo. Si aggrappano a lui per
essere sostenute nei pericoli più insignificanti, e pretendendo soccorso
suscitando pietà con la tenacia dei parassiti. Allora il loro protettore naturale
allunga il braccio oppure alza la voce per difendere la leggiadra
creatura tutta tremante: da che cosa? Forse dal cipiglio di una vecchia mucca
oppure dal salto di un sorcio; un topo
poi costituirebbe un pericolo serio. Nel nome della ragione, anzi del
buonsenso, come si può non disprezzare essere simili, per quanto belli e
delicati?” pag.151
Effettivamente devo ammettere che anche questo
brano è in parte in linea con la realtà.
Probabilmente nel tempo di Wollstonecraft era più comune che oggi. Ai nostri
tempi la donna lavora di più, anche lei ha un reddito (non tutte), e non è la
solita principessa delicata in attesa del principe, del loro eroe che arrivi a
salvarla. Tuttavia, nella nostra società, ancora oggi questa scena si ripete in
molti casi.
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