Momentos Sentimentais da poetisa Maria Rocha

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giovedì 8 maggio 2014

LA L’IMpotenza DI UN SINGOLO NUMERO

Ciao, ho iniziato questa storia e allora vi chiedo di unirvi a me e continuare a scriverla . chi vuole può anche concluderla. Per continuare la storia basta scrivere nell'apposito spazio per i commenti! Grazie e diamo vita all'immaginazione!!! :-)


            
1

        “Francisco, vieni a mangiare!”

        “Arrivo mamma.”

        Francisco era un bambino pallido e magro. Da quando era nato, aveva un gran rapporto con i numeri. Nacque alle ore dieci e tre del giorno ventuno del mese sette dell’anno millenovecentosessantanove. Di genitore aveva solo uno: la mamma Clara, perché il suo babbo la abbandonò appena seppe che lei era incinta.

        Clara, ragazza madre, appena ventenne. Viveva da sola con suo figlio Francisco in una casetta che aveva affittato al numero diciannove della via Machado de Assis nella città Rio de Janeiro. Carioca (nata a Rio de Janeiro- città).  Alta e magra. Portava i capelli scuri sulla vita e aveva degli occhi a mandorle. Una bellissima mulatta.

        Clara da poco aveva finito il Liceo e lavorava come commessa in un negozio di scarpe. Fu licenziata appena suo datore di lavoro seppe che era incinta, poiché sarebbe un pessimo esempio per le altre commesse, soprattutto perché lei era stata abbandonata dal fidanzato con cui conviveva: il padre del bambino. Il motivo principale del licenziamento di Clara era perché il datore di lavoro non voleva pagarle la maternità. Lei doveva denunciare al ministero del lavoro. Sarebbe anche risarcita per il fatto di essere licenziata ingiustamente, soprattutto a causa della gravidanza. Non ne volle sapere. Odiava la burocrazia, le scartoffie e i litigi. Tuttavia era il suo diritto. Ciò nonostante lei lasciò stare.

        Appena nacque il bambino, lei cominciò a lavorare in un ristorante come cameriera di sala.

           


2

Francisco, ormai aveva dieci anni, faceva la quarta elementare e il suo numero era il cinque. Sì. La maestra faceva l’appello chiamando gli allievi per il numero al posto del nome.

Era veramente brutto. Francisco non si sentiva per niente bene essere considerato appena un numero. Lui aveva il suo nome e la sua identità. Nonostante fosse solo “un numero”. Lui era un numero nelle statistiche del governo, un numero per la scuola e per la città.

La vita gira intorno ai numeri. Un singolo numero fa la differenza. Un singolo numero è potente quando è giustamente quello che fa la differenza. Un unico numero decide le elezioni quando queste sono pareggiate.

Un singolo numero cambia anche la storia, anche le finanze. Pensa di accrescere uno zero al numero 1000, aumenterai di dieci volte il suo valore e se invece ne toglie uno zero, ne diminuirai di dieci volte. Questa è la potenza di un unico numero.

Impotente. “Una rondine non fa primavera”.  Un gruppo di uomini insieme ha la forza e la potenza per muovere il mondo.

Francisco scoprì presto il suo punto forte e anche il suo tallone di Achille. La sua debolezza e la sua forza c’era un solo nome, era un unico numero: la sua mamma Clara.  Se qualcuno la ferisse, colpiva direttamente  lui. Era capace di fare qualsiasi cosa per lei. Era anche la sua mamma che gli dava coraggio e forza per inseguire i suoi sogni.

Suo padre; Voleva saperne quando era piccolo. Adesso aveva già dieci anni, era un ragazzino che cresceva senza un padre, senza un orientamento maschile.    

Era anche “l’uomo della casa”, doveva crescere in fretta per aiutare la sua mamma, doveva proteggerla. Francisco la amava di tutto il suo cuore perché Clara sapeva essere madre e padre. Sapeva colmare il vuoto che aveva nella sua vita a causa della mancanza de Mateus, un irresponsabile che la abbandonò, quando questa era incinta: suo padre che mai ha conosciuto.

 Alla festa del papà che in Brasile si festeggia la seconda domenica di agosto, andava lei, l’unica donna, ma ci andava. Perché lei era anche padre. Svolgeva le due figure nella vita del suo unico e amato figlio, per il quale sacrificherebbe la propria vita.



3

Un giorno, appena finita la lezione, Francisco litigò con uno dei suoi compagni di scuola, Felipe, un bambino, diciamo “maleducato”.
 “Bastardo!” gli ululò Felipe.     
 Il sangue gli salì alla testa e senza pensare, Francisco diede uno schiaffo a Felipe e gli rompe gli occhiali sulla faccia. Per fortuna non successe nulla di grave, ma Francisco fu sospeso della scuola per tre giorni visto che successe davanti alla scuola, davanti alla maestra che appena usciva dal cancello per separarli.

Quel giorno, arrivò a casa con un biglietto dalla preside che chiamava la sua mamma per parlarle dell’accaduto.

 La preside era molto rigorosa, e le parlò direttamente:

            “Questo succede perché gli manca un padre!” "Un uomo di polso forte che gli dia una buona educazione!”

            Dopo tanto sentire quello che aveva da dire la preside, Clara, che sentì tutto zitta, parlò:

            Guardi Signora Soares, non difendo mio figlio, ma come lei può costatare, Francisco è un ragazzino che ha i migliori voti, anche in condotta! Dovrò chiarire con lui cosa sia successo veramente, ma lui non è aggressivo ed io so educarlo bene. Sono cosciente che gli manca un padre, ma io fu abbandonata e non ho voluto e ne desidero più nessun uomo, quindi io sono suo padre e sua madre.

            Clara all’arrivare a casa chiamò Francisco per parlargli. Lei non aveva mai menato suo figlio, primo perché le botte, non si danno a nessuno, le cose si risolvono nella base del dialogo e secondo perché lui non ne aveva bisogno finora. Clara aveva le idee molto chiare riguardo all’educazione dei bambini e il suo bambino lei lo educava nel modo che riteneva più giusto.

            “Mamma, Felipe mi ha chiamato di bastardo!"

            "Per questo gli ho dato un ceffone”.

            Clara inghiottì quella parola amaramente e nel profondo del suo cuore sapeva che suo figlio soffriva con l’assenza di una figura paterna.

            Quell’episodio davanti alla scuola la fece cambiare idea. Lei era ancora giovane e poteva trovarsi un uomo, avere altri figli e formare una famiglia! Potrebbe regalare a Francisco un padre e dei fratelli! Soprattutto regalare a se stessa un marito, qualcuno che si prendesse cura di lei; qualcuno con cui coccolarsi e dividere i suoi pensieri, le sue paure, pure i suoi sogni più secreti.

            Magari dovessi uscire e conoscere degli uomini, magari si fidanzare e così dare un padre a Francisco. Tanto lei era ancora giovane, e perché il suo compagno la aveva abbandonata, non era detto che tutti gli uomini fossero dei mascalzoni. “Sì, lei poteva avere più fortuna questa volta e  poteva trovare un uomo degno del suo amore e degno del suo figlio”. Pensava Clara. Sì, del suo figlio. Perché se trovasse un compagno, lui doveva accettarla con suo figlio.

            Clara aveva trentun anni, non era una ragazzina, ma era giovane e attraente. Da quella sera in poi, lasciava suo figlio con sua nonna e usciva con le amiche ai bar, discoteche, spiagge con lo scopo di conoscere un uomo che divenisse il padre del suo figlio che adesso più che mai aveva bisogno di una figura paterna, di un uomo di cui fidarsi e che gli spiegasse certe cose, che solo un uomo spiega al suo figlio. Ma soprattutto un uomo che la amasse, anche lei aveva il diritto di vivere la sua vita, il diritto di amare ed essere amata. Non sopportava più la solitudine e tanto ormai erano già passati più di dieci anni dalla nascita del suo bambino, nessuno potrebbe giudicarla male. Era una donna seria, ma che giustamente voleva vivere la sua sessualità e chissà formare una famiglia e avere altri figli.

           



4

            “Francisco, mi dispiace che tu sia cresciuto senza un padre". "Tuttavia come ti ho già raccontato, sono stata lasciata dal tuo padre, ma ti prometto che troverò un fidanzato all’altezza di essere tuo padre ok?”

            “Mamma non preoccuparti per me, voglio solo la tua felicità e se trovi un uomo che ti possa fare felice, lo accetterò come mio padre, perché del mio genitore biologico non ne voglio sapere. "Tanto non lo conosco nemmeno, mi ha abbandonato insieme a te, quando eri incinta.”

            Clara lasciò Francisco quel fine settimana con la sua nonna, Isabel, mamma di Clara, e partì insieme alla sua amica Meire per una breve vacanza. Anche Meire era in cerca di un grande amore.

            Partirono per un viaggio al Paranà per visitare  le cascate di Foz de Iguaçu.....







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